Addio Anno Zero (di Rita Pani)
Fino ad oggi Anno Zero era l’unica trasmissione televisiva che, con un po’ di fatica, riuscivo ancora a guardare. “Ora basta pure questa”, mi sono detta alzandomi dal divano dopo aver sentito le rivendicazioni dell’invitata “di sinistra” alba parietti. In principio vedendola, avevo pensato che fosse ospite in qualità d’esperta di botox e protesi degli zigomi – assai più esperta della Cher del consiglio – invece no. Portava la sua esperienza in politica con una tesi che mi ha fatto sobbalzare, e non per le risate: “Se Bersani non figura nemmeno nelle barzellette di Natale, allora c’è un problema.”
La domanda che ora mi sovviene è: “Quando, anche coloro ai quali deleghiamo la speranza di un minimo di informazione capillare, che purtroppo può essere fatta soltanto attraverso la televisione, impareranno a rispettare la nostra intelligenza?”
È mai possibile che in uno stato in cui le menti degli italioti sono ormai appannate dalla propaganda e dal silenzio, si utilizzino i lavoratori come scimmiette da zoo e non si dia loro la parola, per garantire lo “spettacolo” miserevole di quattro strapagati imbecilli, pronti a sparigliare le carte in tavola, perché di tutto si parli tranne che della realtà?
Perché mai, se il problema è la crisi economica che ha ridotto sul lastrico e alla fame milioni di famiglie italiane, chi vorrebbe informarsi deve assistere alle lamentose e inutili litanie di un leghista che ha confuso le lotte del popolo col populismo?
Gli operai di Milano, in collegamento sotto la pioggia non avrebbero sortito l’effetto desiderato. Perché mi pare chiaro che qualunque cosa ormai, in televisione, si debba solamente sussurrare, e non urlare a gran voce. Tutto ciò che passa per immagini deve essere quantomeno accettabile alla vista, e a tarda sera nelle case degli italioti, e meglio se una telecamera si sofferma sui canotti da otto posti che ornano il viso di una ex soubrette impegnata nell’annosa guerra contro il passare del tempo (proprio come la Cher di Arcore, ormai più gomma che carne) che sull’immagine di un centinaio di disperati che potrebbe insegnare ad altri operai a ribellarsi al padrone.
sabato 6 febbraio 2010
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