sabato 6 febbraio 2010

Il compagno Ciancimino (01 Febbraio 2010)

Il compagno Ciancimino (di Rita Pani)

Ci diranno che Massimo Ciancimino è un compagno, o forse un collega della D’Addario nel servizio segreto parallelo comunista, che lavora per conto di un’associazione clandestina con finalità eversive. Salterà fuori qualche pupazzo a dire che le dichiarazioni di Ciancimino sono state dettate dalla Falange Toghe Rosse. O forse semplicemente i giornali di proprietà del re, tesseranno la trama di una torbida storiella di sesso che vede protagonisti Rosi Bindi e quel gran maialone di Bersani, che l’hanno fatto dentro un confessionale, lei piangente, lui satanico.

Noi però lo sappiamo che le dichiarazioni di Ciancimino non sono figlie della fantasia. Molti scritti, molti libri, molti atti ufficiali da sempre hanno descritto la vicinanza tra berlusconi e la mafia, e la storia – quella che non si vorrebbe più insegnare – ci ha già consegnato la tremenda realtà in cui viviamo, di uno stato colluso con la mafia, di un governo di mafiosi da proteggere stravolgendo persino l’ordinamento giudiziario di uno stato intero.

Noi sappiamo persino che il miracolo Aquilano, le case in fretta e per pochi che già cadono a pezzi, in parte sono costruite dalle aziende della mafia. Abbiamo assistito persino al linciaggio mediatico perpetrato dal più visto telegiornale della Televisione pubblica (in pratica gratuitamente consegnata al re delle televisioni private) contro il pubblico ministero Ingroia, reo di continuare imperterrito a servire lo stesso stato colluso con la mafia.

Nessuno stupore quindi nell’apprendere che Milano 2 è stata costruita con i soldi della mafia, perché come dicevo, noi lo sappiamo già e chi non lo vuole sapere sarà sempre più convinto che opporsi al “processo breve” sia essere contro le necessarie riforme dello stato. Inutile spiegare all’idiota di turno la sottile differenza che esiste tra i termini “breve” e “veloce”. Varrà per lui la regola imposta dal re: “Sono stato vittima per molti mesi di una campagna di stampa che è stata probabilmente la più aggressiva e calunniosa di quante ne siano mai state condotte contro un capo di governo. Ho subito aggressioni politiche, mediatiche, giudiziarie, patrimoniali e anche fisiche”. L’italiota non sorriderà pensando che il tizio del governo è andato a raccontare questa barzelletta in Israele, paese fiero di poter mettere sotto indagine chiunque, persino il suo primo ministro. Sono sottigliezze che sfuggono al megalomane uso a portare nel mondo l’immagine di un’Italia derelitta.

E volendo ci sarebbe di più: c’è per esempio lo zelante onorevole Lingua Morbida che il 21 Gennaio ha presentato una proposta fondamentale per lo Stato Italiano, ossia "Istituzione della Giornata nazionale delle vittime dell'odio politico". Manco a dirlo, il giorno prescelto è il 21 Dicembre, già San Duomo Decollato.

Noi sappiamo, noi scriviamo, noi leggiamo, noi partecipiamo. Eppure noi non esistiamo.

Nessun commento:

Posta un commento