sabato 6 febbraio 2010

Il fiume in piena (13 Gennaio 2010)

Il fiume in piena (di Rita Pani)



500 mila morti occupano le cronache quotidiane, e noi che ben sappiamo cosa è un terremoto, leggiamo, guardiamo le immagini di quella tragedia. Oggi però una bambina di tre anni è stata portata via dal Rio Murtas, e per me questa tragedia vale come cinquecentomila morti. Perché io so cos’è il Rio Murtas.

Le cronache parlano di UN FIUME IN PIENA (scusate per il maiuscolo, lo detesto) ma io ho sentito dire proprio così: “la piena del fiume ha strappato la bimba dalle braccia della madre”.

Nel Sulcis, il concetto di fiume era quasi sconosciuto. Per intenderci, rispetto al Tevere, o l’Aniene e persino il Nera, il rio Murtas poteva essere il rigagnolo che esce dalla canna nel vostro giardino, quando scordate di chiudere il rubinetto dell’acqua. Ci sono molti rii nel Sulcis Iglesiente, uno attraversa persino Carbonia, la mia città d’origine, che ad un certo punto venne ricoperto dal cemento, tanto era inutile il suo corso. Un rio del Sulcis è poco più che un canale di scolo, che va a perdersi verso il mare. Io ricordo ancora le passeggiate in campagna con mio papà, e lui che mi spiegava che sulle pietre in cui passeggiavo, una volta scorreva l’acqua. Per capire meglio, basti sapere che gli unici due laghetti della mia zona, sono due bacini artificiali, costruiti per il fabbisogno idrico essendo da anni una zona a rischio siccità. In vero, a vederla dall’alto quella mia Sardegna africana, dimostra bene l’avanzare del deserto.

Quando un rigagnolo d’acqua diventa un fiume impetuoso capace di uccidere, è chiaro che il punto di non ritorno è già stato passato da tempo. L’uomo è andato oltre e non sarà capace di fare qualche passo indietro, per chiedere scusa alla natura, e rimediare.

La natura poi è colpevole a prescindere, e fa comodo ai colpevoli, quelli veri. Perché contro la natura, noi, possiamo nulla. Nulla si può contro un terremoto, nulla si può contro un’alluvione, e nulla nemmeno contro un FIUME IN PIENA. La natura ha voluto così, dicono, come allo stesso modo ci dicono che nulla si può contro la volontà di Dio, anzi in tanti auspicano che sia fatta la sua volontà. Il destino, insomma, che ha voluto uccidere una bambina, come la fatalità può ammazzare chi va in auto o semplicemente al lavoro.

Il clima è un problema che si risolverà nel 2050, ci dicono i grandi del mondo. Lo hanno ribadito anche ultimamente, in quella ignobile e costosissima farsa a Copenaghen. Anna Leone, così si chiamava la bambina, nel 2050 avrebbe avuto solo 43 anni, è morta perché la natura non le ha dato la pazienza di attendere che un fiume tornasse ad essere soltanto un rio, così come la natura ce lo consegnò.

Nessun commento:

Posta un commento