Sanculotti con le mutande (bucate) (di Rita Pani)
Siamo sanculotti, ma non ce ne accorgiamo. Forse perché, se pure bucate, un paio di mutande le abbiamo ancora. Al senato è passata l’amnistia per berlusconi, e tra le pieghe della legge, come spesso accade, è passato anche un condono per gli uomini delle istituzioni, nazionali e locali, che avrebbero dovuto ripagare lo stato (in teoria noi) per danni all’erario. Una cifra stimata in 500 milioni di euro, quindi pochissima cosa. Ovviamente questa ennesima deforma è stata fatta per noi, per tutti i cittadini che sono stufi della lunghezza dei processi, e per tutti gli altri che potranno pagare un buon avvocato, che con un po’ di maestria, riuscirà a tenere il suo assistito lontano dalle patrie galere. In effetti anche le galere sono un problema, piene di tossici che muoiono per cause naturali dopo essere stati massacrati, o di clandestini che impiccandosi muoiono per insufficienza respiratoria grave. Ma almeno a questo hanno posto rimedio, col piano carcere: un’ equa distribuzione di danari tra le solite ditte facenti capo alla Loggia di governo.
L’indignazione è partita subito con il solito contributo della Rete. Siamo sanculotti computerizzati, e la rivoluzione la facciamo con un doppio click del tasto sinistro del mouse. Poi c’è pure questa piaga delle elezioni, della campagna elettorale, e si deve decidere in fretta con chi sta casini, quanti voti la binetti porterà a ruitelli, chi è più a sinistra della sinistra. Persino Di Pietro (che pure scrivo maiuscolo) oggi ha avuto un ritorno di fiamma verso Bersani; pare che si siano accorti che c’è finalmente bisogno di un’alternativa. Il tempo, come si dice, è galantuomo; almeno lui.
Fosse per me organizzerei un bel falò day. Tutti in pubblica piazza, muniti di certificati elettorali, da incendiare simultaneamente in ogni città italiana. Conosco bene le obiezioni, in fondo sono pure le mie. Il diritto del voto, l’opportunità democratica e via discorrendo. Peccato però che oggi, votare in Italia, non è esattamente né libero, né democratico. Le alleanze locali danno il senso della pochezza di questo nostro paese. L’udc di casini, il partito quasi dichiaratamente mafioso, ambito da entrambe le parti per garantirsi il successo elettorale (spartizione di beni e servizi) al sud è un esempio. Non che il nord sia messo meglio, ovviamente, se consideriamo che i fortunati elettori del partito del popolo padano quasi certamente eleggerà il figlio idiota di quel cretino di bossi alla Regione. Il Lazio invece potrà scegliere tra la segretaria generale di un sindacato che non esiste e che solo falsificando tessere si è potuto infilare nelle sale del comando, o una trasformista come la bonino che si è imposta come “nuova” prospettiva.
Dei “nostri” manco scrivo, è sufficiente l’esempio di Vendola, come dice Michelangelo: Solo con tutti!
Quando ci metteranno in galera perché avremo rubato un paio di mutande, forse riusciremo tutti a comprendere meglio le nostre reali responsabilità. Ma è presto, lo ha detto anche tremonti: quest’anno ci riprenderemo dell’1%.
sabato 6 febbraio 2010
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