mercoledì 17 febbraio 2010

Ripasso (11 Febbraio 2010)

Ripasso (di Rita Pani)

Ciao, sono stanca, sono arrivata ora. Senti, puoi mandarmi Mandingo che vorrei dargli una ripassata? Ah, no, non funziona così. Noi “atterriamo” al massimo su un divano e se siamo stanchi ci togliamo le scarpe e ci accontentiamo. Noi, quando avviene un terremoto che in meno di un minuto si porta via 308 vite, non ridiamo nel letto, pregustando il ricco piatto degli appalti truccati. Forse l’unica cosa che mi consola è di non aver ceduto alla tentazione di essere solidale inviando un euro col telefonino alla protezione civile. Sono orgogliosa di non aver contribuito a pagare Francesca, o i divani per la casa di qualche ladro, ristrutturata con i soldi pubblici, o di non aver contribuito a fornire una BMW serie 5 per un “bandito.”Vorrei riuscire a spiegare a un berlusconiano cosa significano le parole del loro padrone, quando dice che “i dipendenti pubblici” non devono ribellarsi allo stato. Vorrei spiegargli il senso di una frase che è l’ennesimo oltraggio alla democrazia, ma poi mi ricordo che non servirebbe a nulla, perché un berlusconiano non è attrezzato per comprendere e pensare.Sono stanca davvero, e quello che più mi spaventa è la forte comprensione che sento per chi alla fine decide di mettere fine a una vita che non ti promette nulla. Quale speranza può avere un paese incapace di reagire? Basta guardare lo sguardo vacuo dei politici che impostano la parvenza di serietà o di serenità davanti a una telecamera, ascoltare il cerchiobottismo delle loro dichiarazioni, l’inconsistenza dei loro contenuti per comprendere che siamo soli. Lo svilimento arriva quando uno si sente dire: “ Delbuono si è dimesso per molto meno” … Marrazzo si è dimesso per quel qualcosa in più, mentre il governo “blinda” bertolaso, e accusa “i dipendenti pubblici” (la magistratura) di non essere fedele al padrone al quale, tra l’altro, si deve l’instaurazione del nuovo corso erotomane sessuale.Ora alla Maddalena si sente la disperazione degli operai sardi, assunti in edilizia insieme agli schiavi rumeni, che hanno perso il lavoro promesso, che non sanno come tornare a casa e pagare l’affitto, semplicemente perché un terremoto col suo carico di morte e disperazione, ha servito su un piatto d’argento un giro di affari assai più ricco della ristrutturazione scenografica di un piccolo arcipelago già abbastanza devastato dall’invasore, negli anni. La loro fame e la loro disperazione a causa di una “corruzione gelatinosa” che ormai nel pacchetto da rubare non può mancare di contenere una troia.Ci sono le elezioni tra poco. Io voterò per “PIAZZALE LORETO”.

Nessun commento:

Posta un commento