sabato 6 febbraio 2010

Occupare ed espropriare ... (barone sa tirannia) (28 Gennaio 2010)

Occupare ed espropriare ... (barone sa tirannia) (di Rita Pani)

So che proporre il “modello Chavez” in Italia è pericoloso. Potrei essere presa per pazza o visionaria se non addirittura per un’idiota senza speranza. D’altronde viviamo in un paese che da un paio di giorni ha problemi assai più gravi della progressiva sparizione del lavoro: “la sparizione, repentina, dei capelli di berlusconi.” Filmati, foto e inchieste da due giorni campeggiano sui giornali, mentre le notizie della Fiat, di Termini Imerese, e dell’Alcoa durano solo il tempo di un sospiro.

Oggi gli operai dell’Alcoa hanno bloccato la strada di collegamento tra Cagliari e Sassari, e le notizie sono ferme all’arrivo della polizia. Le agenzie riportano le scuse dei sindacalisti agli automobilisti, e l’avviso di una lotta che è solo al suo inizio.

Sempre dalla Sardegna, riemergono i numeri e i dati dello sfregio alla Maddalena, con i 330 milioni di euro sprecati, gli ultimi operai licenziati, e un territorio che ha subito l’ennesimo stupro oltre che l’ennesima colonizzazione. Da tempo si sapeva del dono fatto alla Marcegaglia dal governo massone suo amico, e mi stupisce molto lo stupore di chi, colpevolmente, ancora non sapeva.

Ora io capisco che si possa dibattere sulla sparizione e riapparizione dei capelli di berlusconi, che probabilmente una mattina non ha avuto a disposizione lo schiavo che gli montasse in testa la coroncina di sughero peloso. Posso anche attendermi le prese di posizione, le discussioni e le chiacchiere inutili sulle ultime idiote dichiarazioni in Calabria (meno extracomunitari, uguale meno criminalità; come a dire che i negri rubano il lavoro alla ndrangheta), ma iniziare a ragionare in maniera venezuelana?

Occupare (ed espropriare) la Maddalena, per esempio. Occupare le fabbriche e autogestirle. Bloccare il paese con scioperi generali e generalizzati, che quando si ferma uno stabilimento si fermano tutti. Occupare le terre incolte, tornare all’agricoltura … sono esempi nemmeno banali, che prima o poi qualcuno dovrà davvero cominciare a fare, perché il sistema non sta franando, ma si è già da tempo sgretolato, e la povertà reale non è più un fenomeno relegato agli ultimi del mondo. C’è chi si ostina a vivere al di sopra delle proprie possibilità, spinto dall’orgoglio malato dell’ostentazione di uno status che lo renda visibile, ma le banche portano via le case, e l’albo delle badanti, fortissimamente voluto dal ministro per il razzismo, per camuffare una schedatura di massa, sta creando il paradosso di vedersi allungare la lista delle italiane che piano, piano rubano il lavoro alle negre.

Basterebbe muoversi in questo senso – e quindi rischiare – per poterci riappropriare della nostra identità di cittadini, e non essere trattati sempre e comunque da semplici elettori.

Ma lo so, lo dico da me … io sono visionaria, e molto, molto stanca.

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