sabato 6 febbraio 2010

Giù dai tetti (30 Gennaio 2010)

Giù dai tetti (di Rita Pani)



Confindustria è preoccupata per la disoccupazione dilagante, così preoccupata, la Marcegaglia, che proprio ieri ribadiva l’inutilità di mantenere “in piedi” Termini Imerese. In effetti ha anche detto che la forza lavoro dovrebbe essere reimpiegata, e tutti noi sappiamo quanto questo sia semplice da fare.

Lo sanno bene anche i lavoratori invisibili dell’Eutelia, che ormai constatato come anche le CARITAS stiano chiudendo per mancanza di donazioni, e sovrannumero di utenti, per mangiare vanno direttamente alla fonte, organizzando una colletta alimentare davanti al supermercato della COOP.

Sempre a Termini Imerese, lo sanno bene quelli della “Delivery” una delle tante aziende dell’indotto che “non staranno più in piedi” dopo la chiusura della FIAT , licenziati direttamente dalle guardie giurate poste davanti ai cancelli: “Il tuo nome non è sulla lista, e quindi tu oggi non lavori.” In fondo berlusconi aveva promesso di cambiare l’Italia, e l’ha cambiata davvero. Di questo dobbiamo prenderne atto. Che seccatura spedire una raccomandata per dare tempo al lavoratore da licenziare di metabolizzare l’idea o di pensare al metodo più rapido e indolore per farla finita! Chissà, magari è anche meglio essere licenziati da un guardiano così su due piedi; ci si risparmiano quindici giorni di ansia. È già da un po’ che questa modalità ha preso piede, so di gente che al tornello vedeva rifiutarsi la sua tessera magnetica, e dopo aver chiesto spiegazioni al guardiano, si sentiva rispondere: “da oggi lei non lavora più qua.”

Anche così è iniziata la “moda” di salire sui tetti, e non erano più solo operai, pastori, autotrasportatori. C’erano anche ricercatori, ingegneri, medici. Ora sono diventati così tanti da confondersi quasi con le antenne della televisione che deturpano e caratterizzano i panorami cittadini. E si sa che quando una cosa diventa consueta non è più speciale.

Forse sarebbe ora di scendere dai tetti, ed occupare le piazze – lo scrivevo anche l’altro giorno – perché ora esiste il numero considerevole. Un accampamento stabile davanti alla camera, uno davanti al senato, uno nella bellissima piazza davanti al Quirinale. Tutti là a fare la colletta alimentare, per non restare invisibili agli occhi dei tanti che esultano quando in città apre un nuovo centro commerciale, dove tuttalpiù potrà andare a mangiare la merda dei Mc Donalds, sognando di avere, un giorno, quel bell’anellino con brillanti di cui l’orafo si vergogna persino ad esporre il prezzo.

Invece si scende dai tetti, e si tolgono i blocchi e i presidi, perché – spiegano i giornali – finalmente berlusconi in persona “è sceso in campo”. I licenziandi dell’ALCOA sono stati rassicurati: “il premier ha telefonato in America …”

Evidentemente non ricordano più che una volta, sempre a Portovesme, disse d’aver telefonato a Putin.

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