Appunti di viaggio 1 (di Rita Pani)
Prima tappa Roma. Primo treno, il solito regionale che mi porta giù da Narni. Trovo posto, e non devo nemmeno sistemare il bagaglio impiccandolo in alto. Non ho molta voglia di tenere gli occhi aperti, non ho molta voglia nemmeno di osservare quanto impetuoso sia il Tevere. Me ne sto così, stringendo il collo del mio giaccone. A Orte salgono i fidanzati. Li guardo, hanno le scarpe uguali, il maglione uguale. Solo i capelli si differenziano per lunghezza e colore. Parlano, lei è gelosa perché lui dovrà andare in Spagna con l’Erasmus, e starà via fino all’estate.
“ L’estate lo so tanto che ti si ingrosserà l’ormone…” le dice lei con un piglio acido e deciso. E io mi ridesto andando a incontrare gli occhi del passeggero seduto davanti a me. È interrogativo il nostro sguardo, come a chiederci l’un l’altra: “Ma che davvero gli ha detto così?” Ci salva il trambusto della galleria, un telefono che suona, il capotreno che controlla i biglietti. Galleria dopo galleria, cerco di immaginare un ormone che s’ingrossa, poi mi ricordo che io lo chiamavo in un altro modo. Ma forse non era un ormone.
Tiburtina, io sono seduta spalle alla compagnia, il primo posto che ho trovato. L’odore forte di miseria annuncia il passaggio di un signore curvo, con almeno tre giubbotti indosso e la busta di plastica che contiene tutta la sua vita, e forse qualcosa in più. Si ferma proprio di fianco alla ragazza gelosa, che guarda con gli occhi sbarrati verso di me, poi si alza e finge di guardare fuori dal finestrino. Il poveretto finalmente scende dal treno, e lei tornata a sedere prega il ragazzo dall’ormone gonfiabile, di guardarle la testa: “E se mi ha attaccato le zecche? Guarda bene.” Il mio risveglio è totale. Cinque minuti ancora per arrivare a Termini. Cinque minuti durante i quali, mai staccherò gli occhi da quella coppia, che parla d’esami e di università, di studi e di domani.
Viene a prendermi un amico, poi si va. Abbiamo un po’ di cose da fare, da dire, e a Roma in auto devi avere pazienza. Si ascolta la radio, fino a quando, zitti, ci colpisce uno spot del governo: “Vuoi andare in vacanza? Se hai un piccolo reddito, il governo ti regalerà un bonus per andare a godere delle meraviglie italiane. Vai subito sul sito www.governo.it. Anche tu potrai andare in vacanza…” Il mio amico non è esattamente un comunista, ma è mio amico. Mi conosce, e cerco subito i suoi occhi. Ma quando li trovo ridono già, e forse non aspettavano altro di vedere la mia faccia tutta intera a chiedergli: “Ma cazzo. Lo ha detto davvero?”
Annuisce. Sì, lo ha detto davvero. Ora però non correte sul sito convinti di potervi aggiudicare un weekend a Porto Cervo per la metà d’agosto. Al massimo vi daranno 30 euro per andare a Rimini a Febbraio…
sabato 6 febbraio 2010
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