Allora, com’è andata? (di Rita Pani)
Siete stati così tanti a chiedermelo che il mio mailer si è affaticato. Così tanti che è difficile, parlando con gli amici spiegare come mai - chi scrive – arranca nella vita. Chi però mi conosce bene sorride, e anziché dirmi: sei una stronza! Risolve in un più delicato: “sei un’artista!”
La realtà è che non si vive d’arte. Non della mia, che non ha alcuna pretesa se non quella di esistere. E mi sono sentita esistere in una frase semplice: “Sei uguale alla fotografia”. O in un’altra: “Certo che ho letto!” La mia arte è il libro “Luce” nelle mani del signor Angelo, che forse un libro non l’aveva letto mai; nella sua fatica. La mia arte è la necessità di descrivere le “Vite di vetro”. La miseria che sfiora chiunque di noi, che non è quella fatta di povertà, ma di sguardi e respiri, di amori negati, del dolore che si rifugge e che a volte decide per noi. Poi Tello e Dora, che ha saputo vivere nell’animo di chi l’ha letto, di chi ne ha scritto e forse non è abbastanza “famoso” per essere ascoltato. E allora, diciamolo chiaro, e lo dico alla tua insistenza mia cara Roberta: “Bisogna essere famosi per poterlo diventare.” E cara amica mia, tu lo sai, io non desidero essere famosa, vorrei riuscire ancora a mettere a disposizione la mia arte e il mio talento, per riuscire a essere utile.
È andata bene.
La tensione si è spenta nella semplicità dei gesti. Per una Monica Maggi influenzata che si soffiava il naso, per un microfono che non riuscivo a tenere troppo vicino alla bocca, per il sorriso scaturito da una battuta che forse non c’entrava nulla con il nero del carbone che circondava la vita di Tello e Dora, per la vicinanza di chi da Taranto è arrivato a fino a Roma, pur di essere con me quella sera. Per quel viso che ho visto in fondo, oltre la sala, che si è aperto nel sorriso della ri-conoscenza. Non ne parleranno mai le cronache, ma sono queste le cose che direi.
Andrà sempre bene.
Quando una sala si riempie di respiri e di sguardi perché si deve parlare di un libro, va sempre bene. Perché oggi i libri da leggere spesso sono quelli che non sai nemmeno che esistono. Restano nascosti alla vita, perché l’autrice è incapace di pensare in termini monetari – lei vorrebbe solo scrivere – perché l’editore ha le sue difficoltà, e forse non ha capito ancora come poter far uscire i libri dal magazzino, perché il lettore in questo modo non potrà mai essere libero davvero di scegliere, a meno che non ci siano sempre più persone come Roberta, librerie come Libermente, o associazioni come “Donne di carta”, che amando i libri li adottano, e se ne prendono cura e cercano di restituirli alla vita.
Grazie prima di tutto a coloro che erano là e a quelli che avrebbero voluto esserci.
Grazie a chi pazienta e mi sostiene.
Grazie a Roberta, a Monica Maggi, alla libreria che ci ha ospitato, all’associazione che ha curato l’evento.
Grazie ancora una volta a mio padre, che mi ha trasmesso l’amore per i libri e la lettura.
E grazie anche a tutti coloro che da anni ormai mi seguono in questo lento e arduo percorso di parole. Senza il vostro sostegno mi sarei fermata da un pezzo, avrei continuato a riempire carta da tenere accatastata sulla scrivania.
domenica 15 novembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
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