sabato 26 dicembre 2009

Galera? No, guerra civile.

Galera? No, guerra civile. (di Rita Pani)

In Italia fa impressione, sentire il tizio a capo del governo parlare di guerra civile? No, nemmeno un brivido e tanto meno un conato di vomito. Il popolo italiota è immune, ma non perché abbia sviluppato una pelliccia di orso sullo stomaco, semplicemente perché ormai è lesionato al punto tale da non riuscire nemmeno a dare il giusto valore alle cose. Tutto, anche quando non lo è, appare normale. Anche se perdessimo del tempo a spiegare cosa vuol dire “guerra civile”, se evocata da un capo di governo, non si farebbe una piega. Anzi, sono convinta che troveremmo, senza troppa difficoltà il rappresentante fedele della massa deforme di italioti pronto a dire: “Eh, ma certo, ha ragione, con tutti questi giudici comunisti! Si dovrà pur difendere.”

Come gliela spieghi, agli italioti, la bestialità che ha portato al ribaltamento di concetti elementari per cui oggi in Italia, il nemico da abbattere è la magistratura? È impossibile dal momento che lo stesso popolo lobotomizzato ha delegato alla gestione della cosa pubblica, un tizio che durante una campagna elettorale incentrata “sulla sicurezza”, ha elevato Vittorio Mangano, un mafioso, allo satus di eroe.

La guerra civile, dice Wikipedia, è un conflitto di vaste proporzioni nel quale le parti belligeranti sono principalmente costituite da persone appartenenti alla popolazione di un unico paese. Ora, di grazia, come si potrebbero identificare le parti belligeranti in Italia? “Guardie contro ladri? Società civile contro mafia?” In una guerra civile, il cittadino deve schierarsi e mi pare di immaginare i vecchietti al tavolo dell’osteria: “Io sto con i magistrati! No Viva gli imputati.”

So anche che quando un megalomane e criminale, ha il controllo diretto delle forze dell’ordine, e soprattutto quando in nome di una fantomatica sicurezza, ha già schierato l’esercito per strada, forse dopo aver ventilato l’ipotesi di una “guerra civile”, dovrebbe renderne conto alla popolazione. Ma questo ci riporta al principio, dato che la popolazione italiota è quel che è: “Ha detto guerra civile?” spallucce, mentre il servo bonaiuti smentisce l’affermazione, senza nemmeno dover far ricorso a una di quelle scusanti già collaudate in passato: “Il presidente ha bevuto un bicchiere di champagne (mica di Tavernello) di troppo”; questo quando il tizio affermò durante un’intervista che mussolini non aveva mai ammazzato nessuno, e che i giudici erano antropologicamente diversi e mentalmente disturbati.

Arrivati a questo punto, temo che ribadire una volta ancora che l’Italia è tenuta in scacco da un malavitoso, che sta al governo solo ed esclusivamente per evitare in ogni modo di essere processato e condannato, non servirebbe a nulla. Ammettere che probabilmente l’unica soluzione possibile è un salvacondotto che lo porti a finire i suoi giorni in un paradiso fiscale, circondato da servi puttane e dobloni d’oro, è doloroso. Constatare che dopo un malfattore sarà l’ora dei fascisti, quelli veri, è bene dirselo perché troppe volte siamo stati facili alle illusioni.

venerdì 27 novembre 2009

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