La Piovra su RAI 1 (di Rita Pani)
Da almeno una decina d’anni non compro libri Mondadori. Non compro e non leggo i giornali di proprietà del governo, e controllati dalla propaganda, non guardo le sue televisioni né quelle chiaramente sue, né quelle che ha acquisito a titolo gratuito grazie alla fantomatica “volontà popolare”. Ora, se io ho consapevolmente scelto di non contribuire per quanto possibile al suo arricchimento personale, e di non rendermi complice della sua permanenza al potere, perché mai dovrei continuare a pagargli il pizzo sotto forma di canone?
Leggo sui giornali che un suo affiliato, già condannato a nove anni per concorso esterno ad associazione mafiosa, ieri utilizzando la televisione di stato, ha potuto parlare al popolo per demolire la figura dei collaboratori di giustizia, insinuando che le rivelazioni riguardanti lui, o quello di canale 5 che avrebbero messo il paese in mano alla mafia, sono delle invenzioni per poter usufruire del programma di protezione dei pentiti, uscire dal carcere e trovare un lavoro.
Le parole sono importanti. “Trovare un lavoro” è geniale. Immaginatevi l’italiota disoccupato che sta davanti alla televisione, e sente che un mafioso ha più possibilità di quante ne abbia lui di trovare un lavoro, pensate che ricorderà le dichiarazioni di Spatuzza? Ricorderà di avergli sentito dire quale scelta di vita, presente e futura, abbia fatto? Ma soprattutto: “lo stesso italiota, ha avuto modo di ascoltare per intero le dichiarazioni del collaboratore di giustizia?”
Mi pare di sentire ancora le parole di Salvatore Borsellino, sul palco di Piazza San Giovanni, che con la sua voce rabbiosa ma emozionata, descrivere l’oltraggio che certe facce e certe persone recavano al fratello ucciso dalla mafia, anno dopo anno, durante le commemorazioni in via D’Amelio. Perché non è dato a lui di parlare nella più importante rete televisiva di stato, che tanto si batte per la verità e la giustizia? Se ancora valesse la logica tutta italiana della “trasmissione riparatrice” (quella che venne fatta dopo Report per dar modo a un altro condannato per concorso esterno ad associazione mafiosa, che festeggiò i cinque anni di galera con i cannoli) oggi in televisione dovrebbero starci quelli come Salvatore Borsellino, e sono tanti, che hanno pagato di persona contribuendo al lavoro di “certa magistratura” operosa, che non ha vinto la guerra contro la mafia, ma almeno ha provato con tutte le sue forse a combatterla.
Leggo su Repubblica che gli avvocati parlamentari del padrino del consiglio, rabbiosi e preoccupati dalle dichiarazioni dell’ultimo collaboratore di giustizia, ora pensano a un processo breve anche per i reati di mafia e terrorismo. Il governo che già tanto ha fatto PER la mafia, non ultima la possibilità di riprendersi i propri beni sequestrati, attraverso la vendita ai comuni (perché anche in molti comuni c’è la mafia), farà anche questo. L’ultimo schiaffo ad un intero popolo, solo ed esclusivamente per preservare la megalomania di un tizio che comunque in galera non ci andrebbe mai. Infatti sfugge a tutti, sognatori compresi, che ormai alla sua veneranda età e grazie a una delle primissime merdose leggi spudoratamente “ad personam” la sua detenzione resterà solo oggetto da film. È la legge ex Cirielli.
martedì 8 dicembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento