La fabbrica dell’odio (di Rita Pani)
Se Dio ci fosse … Quel tizio che brandisce il crocefisso, avrebbe un ustione sul palmo della mano. Gli è stato donato durante la sua apparizione farsa, mentre ancora metteva ancora una volta il cappello sulle sedie altrui. Ha consegnato le casette a Fossa, quelle costruite dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Proprio oggi, giorno in cui uno sfollato che viveva in un camper è morto per le esalazioni della stufetta con la quale si scaldava. La sua casa lesionata pare sia una di quelle che dall’oggi al domani, è diventata agibile con l’arrivo del primo freddo. Pare non si fidasse a rientrarci, così come tutti coloro che restano abbandonati a loro stessi, ancora in tenda.
Non se ne parla più ovviamente, perché Dio è impegnato a vedere come andrà a finire la disputa sulla permanenza del suo amuleto alle pareti. Non se ne parla più perché ci sono cose più importanti, come la riforma della giustizia, l’abrogazione della Costituzione italiana per dar corso a un più pratico statuto ordinario d’azienda, e soprattutto c’è da fare in fretta ad approvare una legge sulla par condicio che impedisca a chiunque non sia servo di berlusconi, di andare in TV a portare le sue idee politiche i suoi programmi e i suoi progetti. Le elezioni incombono.
Così, dato che non ci sono più nemmeno campi di grano da mietere, e comunque la stagione non sarebbe quella appropriata, dopo aver debellato una pericolosissima scarlattina portata dalla Russia, si riprende la propaganda, a suon di proclami scritti da vespa o gettati a braccio così come vengono, mentre si trasmette in diretta TV sulla RAI 1 la nuova puntata della fiction aquilana.
I giornalisti, quelli veri, sono stati preventivamente allontanati dalle forze dell’ordine e dalle guardie del re. Forse erano tutti giornalisti comunisti che avrebbero potuto osare porre qualche domanda. E non importa se scomoda o no. Niente domande al re. Lui parla solo quando ne ha voglia, e dice:
«Fin quando saranno in funzione le fabbriche del fango e dell'odio - ha detto quel tizio durante un collegamento con La vita in diretta - non sarà possibile dialogo e io non sono così ottimista nel pensare che queste fabbriche saranno chiuse».
E no. Queste fabbriche non chiudono, forse perché chiudono sistematicamente tutte le altre, quelle in cui le persone normali andavano a lavorare sottopagate, per portare il pane a casa. Non possono chiudere queste fabbriche, fin quando al potere ci sarà un tizio che in un momento di buonismo ha detto che chi non votava per lui era un coglione, uno che ha partorito mostri come maroni, che poi hanno partorito l’odio razziale, fino a far nascere in qualcuno più testa di cazzo di lui, addirittura il KKK Italia. E’ una fabbrica, quella dell’odio che accoglie ogni giorno nuovi operai, quelli come me, che si chiedono come sia possibile tollerare ancora che un malavitoso, arrogante distrugga le ultime briciole di civiltà e democrazia.
Se Dio ci fosse, non ci sarebbe in giro gente come berlusconi.
mercoledì 4 novembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
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