ATTENTATO (di Rita Pani)
Si stanno scrivendo pagine di storia, in Italia, che sono un plagio ridicolo della storia recente. Il dittatore con la mascella prominente, l’attentatore che era un pazzo, un popolo che alla fine avrà così tanta paura e incertezza del domani, che senza nemmeno accorgersi, finirà per radunarsi a Piazza Venezia a gridare Viva Viva.
Se penso che ripulire il cesso da tanto vomito toccherà alle persone di buona volontà, e che a quel punto, venuti via da Piazza Venezia, anche loro si metteranno a festeggiare, mi viene la voglia di stare a guardare fino a vederli strisciare.
È un paese ridicolo in ogni sua forma, da qualunque lato lo guardi, dove persino il gesto di uno squilibrato può essere usato per l’ultimo attacco alla diligenza. Nessun mandante per l’attentato. ATTENTATO? Il povero pazzo era in cura da dieci anni presso un centro di igiene mentale: “Colpa di trasmissioni come Anno Zero che fomentano l’odio.”
C’è un filmato su Youtube, dove si vede un tizio esagitato che sbraita insulti contro il pubblico che lo fischia, che urla disprezzo contro i giudici, che ci manca poco si pulisca il culo con la Costituzione. Non sembra uno molto sano di mente, ma oggi ha trovato nel suo cammino uno più pazzo di lui. Sono cose che capitano.
Ma la politica è un’altra cosa. Una assai distante dalla rappresentazione farsesca che la storia d’Italia ci sta raccontando. In un paese in cui non esiste più alcuna tutela per i più deboli, in cui operai e studenti vengono massacrati dalla polizia, in cui si muore massacrati in carcere, in cui si va in galera per aver rubato da mangiare, in cui si viene licenziati semplicemente quando il ladro di turno smette di pagare gli stipendi, in cui si massacrano impunemente gli omosessuali, in cui gli extracomunitari vengono rinchiusi nei lager, o respinti per essere poi rinchiusi e massacrati nelle carceri approntate in mezzo al deserto, tutto ciò che sa fare la politica, è sfruttare il gesto di uno psicolabile per garantirne un altro, richiedendo con forza leggi speciali.
Spero solo che anche quando dovessero proibire di occupare le piazze, noi troveremo la forza e il coraggio per occuparle di più, come sappiamo fare in modo deciso e pacifico, e senza bisogno di un capobranco che ci indichi il sentiero. Spero che si possa conservare ancora e sempre, l’impeto della nostra dignità di esseri liberi. Liberi veramente, schiavi solo del nostro pensare.
Scritto di getto, per impellenza. Sperando che le istituzioni, quelle di noi cittadini, si prendano cura del folle. Per il pazzo non c’è da preoccuparsi, lui in meno di mezz’ora ha avuto tutta l’assistenza che un comune mortale avrebbe avuto in un anno.
Ieri alle 22.24
sabato 26 dicembre 2009
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