E se domani (di Rita Pani)
Leggo molta trepidante attesa per domani. Qualcuno lo ha battezzato “il giorno cruciale”, qualche altro giura di aver riposto in frigo una bottiglia di spumante. Per chi si fosse distratto, ricordo che domani è il giorno in cui la Consulta dovrà esprimersi in merito al lodo Al Fano. A leggere, sembrerebbe davvero un giorno importante, il giorno in cui finalmente le cose potrebbero cambiare. Allora mi domando: sono io che non ho capito nulla, o chi attende in trepidazione è un ingenuo? Mi piacerebbe molto non aver capito un accidente di questa povera Italia, e vorrei poter stringere la mano, domani, a tutti coloro che davvero avevano conservato una bottiglia per il grande giorno in cui, finalmente, si ristabiliranno le basi per la costruzione di un paese civile, con un premier sconfitto che di fronte alla realtà provvederà a rassegnare le proprie dimissioni.
Domani arriverà, butteremo di tanto in tanto un occhio sulle notizie on line, e la rilanceremo in Rete più veloci della luce. Qualunque sarà il responso, però, non accadrà nulla. Paradossalmente, anzi, se la consulta dovesse stabilire l’incostituzionalità del lodo salva premier, probabilmente assisteremo ad un ulteriore imbarbarimento del potere, che già ipotizza la contromossa: una grande manifestazione di popolo per rafforzare il premier più ridicolo e gretto degli ultimi 150 anni.
E non abbiate dubbi, ci sarà la manifestazione, e ci sarà anche la gente, la sua gente raccolta nei circoli del menomale che silvio c’è, nei comitati de “la pace può”, nell’esercito di supporters da caricare sui pullman e spostare da Belluno a Campobasso, come fu per le vacche in agro laziale durante il fascismo. Quell’Italia che non esiste sarà mostrata per nascondere l’Italia che Resiste, e avremo ancora da sgolarci per dire al mondo che ci guarda sgomento e preoccupato, che quelli non siamo noi, che l’Italia – poveretta – non è quella ormai perduta. Passerà però un concetto: lui è al di sopra della legge, dei tribunali, dei giudici e della giustizia.
Forse allora è il caso di incominciare a pensare che, se davvero l’idea vincente di cicchitto (manifestare contro la sentenza del tribunale civile che con la sanzione di 750 milioni di euro, ristabilisce la verità sulla corruzione per lo scippo della Mondadori) dovesse prendere forma, noi dovremo essere più rabbiosi e numerosi nella piazza accanto alla loro, a dire che la giustizia dovrebbe essere , almeno una volta, uguale per tutti, anzi, che la giustizia in Italia dovrebbe finalmente avere un senso.
lunedì 5 ottobre 2009
sabato 26 dicembre 2009
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