Che Clima? (di Rita Pani)
So che non sono notizie importanti, ma i capodogli che sono morti la settimana scorsa, spiaggiati sulle coste pugliesi, sono morti per aver ingerito sacchetti di plastica e rifiuti vari. Si parla di “considerevoli quantità”, ma non si spiega quale azione dell’uomo possa aver provocato tale inquinamento. Chissà, forse è solo un piccolo prezzo da pagare per aver risolto l’emergenza rifiuti.
In questi giorni a Copenaghen è in corso il vertice sul clima, e ci tengo a spiegare ai fedeli italioti, che al contrario di quello che si potrebbe pensare, non si discute degli ultimi accadimenti milanesi. In realtà più che di discussione si tratta di chiacchiere in libertà, visto che già dal principio è stata dichiarata dagli stessi partecipanti la totale inutilità del vertice. Anche in questo caso, oltre alla criminalizzazione degli attivisti ambientalisti, resterà ben poco, se non le promesse di grosse elargizioni di danari, e di impegni da rispettare quando ormai tutti i responsabili della catastrofe avranno a loro volta intrapreso il cammino per diventare in futuro, petrolio.
L’Italia è da sempre sensibile al problema ambientale. Anche nel nostro paese infatti, gli ambientalisti rappresentano un problema. E più il governo vira a destra, più i problemi ambientali assumono rilevanza strategica. È una dura lotta quella che si trova a combattere il governo contro il partito del NO. Non si riesce a comprendere perché si debba dire sempre NO a tutto: dagli inceneritori ai gassificatori, dal nucleare all’edificabilità in aree protette, dalla deregolamentazione delle attività venatorie alle navi discarica affondate nei nostri mari, e in fretta dimenticate da un’opinione pubblica sempre più attenta a distrarsi.
A me il termine “opinione pubblica” non piace, sembra qualcosa di astratto, di invisibile. L’opinione pubblica, difficilmente spenderà un paio di minuti del suo tempo a pensare alla farsa di Copenaghen. In fondo lo sappiamo tutti che sono solo chiacchiere, che tanto alla fine … Eppure “il clima” inteso come surriscaldamento del pianeta o l’ambiente, inteso come sconvolgimento ambientale, cementificazione selvaggia, inosservanza delle regole, dovrebbe interessarci parecchio, visto che siamo chiamati ogni tanto a piangere sui morti “voluti dalla natura”; siano essi capodogli o esseri umani sepolti dal fango di un’alluvione.
Ed è anche un sollievo pensare che il problema del surriscaldamento climatico in un certo senso, non ci interessi. Per come ci viene prospettato, sembra quasi un problema più grande di noi, per il quale non siamo esentati da ogni responsabilità. Deleghiamo ai “grandi” sia la discussine che la risoluzione del problema. Noi, nello specifico, abbiamo inviato il ministro dell’ambiente, comproprietaria di alcune industrie chimiche in Sicilia (notoriamente una mano santa per l’ambiente). L’Italia tra l’altro è stata presente a Copenaghen anche con Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che nemmeno tanto tempo fa si lanciò in una tremenda invettiva contro i limiti imposti dall’ Unione Europea e l’ormai ridicolo trattato di Kyoto.
E invece noi tutti abbiamo grande responsabilità, da quando abbiamo permesso che da semplici esseri umani, ci trasformassero in consumatori.
venerdì 18 dicembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
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