venerdì 25 dicembre 2009

Col nastro adesivo ...

Col nastro adesivo ... (di Rita Pani)

Mentre veniva eseguito il rito, i simpatizzanti del carroccio gridavano "padania, padania" e "libertà". Poi, bossi e calderoli si sono bagnati la testa con le ultime gocce e con le dita bagnate hanno toccato il capo ad alcuni bambini che li affiancavano nell'atto conclusivo.


Inizio così, con questa perla, la ripresa della normalità. Perché è normale. E’ normale che i ministri della Repubblica Italiana minaccino una guerra di secessione, è normale che Casini si proponga come alternativa allo sfascio fascista, è normale anche che la lotta politica in Italia, si faccia minacciando la delazione a sfondo sessuale. Normalissimo occupare le televisioni di stato con la propaganda in stile ventennio, una favola da raccontare al telespettatore perché se ne vada a letto a proseguire il sonno letargico al quale lo si vorrebbe sottomettere.

Lo si vorrebbe …


Non è un caso l’uso del condizionale. Ieri sono stata a pranzo a casa di una bella famiglia sarda e ho visto il grande gesto della piccola Rivoluzione. Il padrone di casa, un uomo che passati i 70 anni non va a puttane ma lavora ancora la sua terra, riceve settimanalmente l’Espresso, e prima di accingersi alla lettura, scrupolosamente applica del nastro da pacchi, sulla squallida faccia di berlusconi. In principio pensavo a uno scherzo, ma poi data la motivazione ho compreso il valore del gesto: “Mi fa schifo.” È la dimostrazione pratica di come, volendo, si possa stare svegli e vigili nonostante il regime, l’età o il livello culturale. Dove sta il problema, se si sposta una trasmissione quasi giornalistica come Ballarò, per dar spazio alla propaganda del pervertito? Basta “mettere il nastro adesivo sullo schermo, semplicemente tenendo spenta la televisione, e mandare così un segnale preciso: “Vaffanculo, mi fai schifo!”

Ho sempre scritto, e voglio ribadire, che il potere lo abbiamo noi. La nostra vita – politica – possiamo cambiarla soltanto noi, non ungendo le teste dei nostri figli con le acque inquinate dei nostri fiumi, ruscelli o torrenti, ma semplicemente insegnando a loro attraverso il nostro agire quotidiano, che sia esso l’autocensura preventiva di un giornale, o il prodigarsi nei confronti di quelli che stanno peggio di noi, stimolando la curiosità e la voglia di pensare.

Tornare anche ai segnali di fumo, alla stampa clandestina, al volantinaggio, al passa parola; continuare a dire fino allo sfinimento, fino alla ragione, lasciando che loro, quel manipolo di affaristi e maiali che si sollazzano di potere, si estinguano mangiandosi l’uno con l’altro, a suon di ricatti come una guerra tra cosche. Perché alla fine, quello che sta succedendo in Italia, non è nulla di più di questo.

Lasciate che la favola aquilana venga raccontata in televisione, quindi, ma cercate notizie direttamente dall’Aquila. Lasciate che i ministri padani della Repubblica Italiana vadano alla secessione. Io già me la figuro la guerra: forze dell’ordine, sotto il comando di maroni, che fronteggiano l’esercito guidato dal ministro fascista per la guerra. Ci siamo vicini, dobbiamo solo attendere che publitalia e mediaset trovino un congruo numero di sponsor per addobbare i blindati.

E mentre loro si scannano, scagnozzo contro scagnozzo, l’Italia si sgretola. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà.



... Dedicato con affetto al signor Angelo

lunedì 14 settembre 2009

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