venerdì 25 dicembre 2009

Goldrake del consiglio

Goldrake del consiglio (di Rita Pani)

Lo sanno tutti, perché da tempo se ne parla: il comune di Fondi avrebbe dovuto essere commissariato per sospetta infiltrazione mafiosa. Ieri il proclama del Goldrake del consiglio, che si impegnava a sconfiggere le forze del male, e successivamente la notizia che il comune di Fondi sta bene come sta. La domanda, allora, sorge spontanea: “Ma cosa intenderà per forze del male?”

Ricordando la dichiarazione in campagna elettorale con la quale il padrino e il capo cosca dell’utri (condannato a 9 anni per associazione esterna alla mafia) attribuirono a Vittorio Mangano lo status di eroe, è palese il fatto che criminali e mafiosi non siano annoverabili tra le forze del male. E allora?

E allora, ho il legittimo sospetto che le forze del male, siamo noi. Noi comunisti, senzienti, giornalisti, magistrati, società civile in generale.

Ma va bene, non è un problema, tanto per fortuna c’è la lega. È quella forza politica schierata dalla parte del cittadino padano, fatta di ministri e deputati della Repubblica Italiana, che gridano a giorni alterni alla secessione. Insomma, dichiarano guerra allo stato che rappresentano, restando ovviamente impuniti e al propri posto sebbene condannati, anche in via definitiva, per reati che vanno dal vilipendio alla concussione, dall’istigazione all’odio razziale, all’eversione.

Ma anche questo va bene, perché tutto sommato ci sono problemi più seri e incalzanti: la lingua e il dialetto, e se non bastasse la ciclica minchiata dell’inno di Mameli, da sostituire con “Va pensiero” od “O mia bela Madunina” in vero invisa ai veneti, che meglio vedrebbero “La biondina in gondoeta”. Questo è davvero preoccupante, perché disfatta l’Italia, non vorrei che si disfacessero anche i padani. Ci vuol poco ad infiammare gli animi di questi tempi.

Potrebbero davvero sembrare le ultime minchiate di una manica di maniaci, ma siamo seri: in Abruzzo, ancora ieri c’era chi chiedeva un autografo o chi applaudiva al passaggio di Goldrake. E allora c’è da aggiungere: ben vengano tutte le minchiate leghiste, una scuola futura che insegni i dialetti e uccida la lingua italiana, il colpo finale alla cultura e alla curiosità di sapere. Ben venga la guerra civile. Perché è là che tra un sorriso e un altro stiamo finendo.

domenica 16 agosto 2009

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