mercoledì 23 dicembre 2009

Il pacifismo di bossi

Il pacifismo di bossi (di Rita Pani)

Ora attendo il primo cretino che dirà: bossi è più pacifista dei sinistri, perché vuole ritirare le truppe. Il pacifismo di bossi, è l’ennesimo ricatto nei confronti di un capo di governo ricattabile. Funziona pressappoco così: “io ora ti rompo un po’ i coglioni facendo finta di voler ritirare le truppe da ogni teatro di guerra (guerra e non pace). La manica di imbecilli che mi ha votato, si unirà al grido pacifista ed oculato, e solo quando cederai approvando un’altra legge razzista o a favore degli amici miei imprenditori nordici, io non smentirò e non ritratterò.”

D’altronde ha funzionato così anche il falso distacco del partito del sud, nonostante i cinque miliardi di euro che sono stati elargiti solo alla Sicilia (ma di cui i siciliani non vedranno mai nemmeno un centesimo), che comunque ha portato alla dichiarazione di pace: “Stiamo studiando un piano straordinario per il sud.” Il sud ovviamente non comprende più la Sardegna, dato che la figlia del pervertito del consiglio, con la nuova legge per la cementificazione selvaggia, potrà abusare del territorio vergine della costa turchese. Poi, ora che anche la magione/bordello è stata abbandonata dal suo tenutario, la Sardegna può anche fottersi. E per Sardegna s’intende il figlio del suo commercialista, il burattino che i miei conterranei probabilmente contagiati da qualche virus creato ad hoc in laboratorio, hanno votato.

Tutto quanto sopra, per continuare a spiegare perché i fatti privati di un pervertito devono interessarci, e perché dobbiamo continuare a parlarne. L’Europa ci guarda – e ride – ora che dall’estero ci fanno sapere che abbiamo una classe dirigente formatasi con le tette di fuori alle feste di un maniaco sessuale. Ma questa è la classe dirigente – le ragazze del comitato silvio ci manchi – che dovrebbe in qualche modo vigilare sull’operato delle giunte di cui fanno parte. È quella classe dirigente che è stata imposta da faccendieri, sensali, matrone, tenutarie di bordelli, spacciatori per regolamentare le esistenze del nostro paese o delle nostre città.

Sono loro che votano per le delibere che sanciscono la legittimità di una ronda che si chiama SSS, o la guardia nazionale; sono loro che danno mandato ai vigili urbani di una città di infilare un extracomunitario dentro il cofano della macchina per portarlo al comando, sono loro che teoricamente dovrebbero pensare al bene pubblico.

E allora, cosa ci costerà – in termini di democrazia – il pacifismo di bossi? La secessione della Padania, il riconoscimento dell’esercito padano, la creazione dei distretti cantonali? Aspettiamo e vediamo.

lunedì 27 luglio 2009

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