Io del G8 non ne voglio parlare (di Rita Pani)
Io del G8, francamente, nemmeno ne vorrei parlare, perché scriverei un sacco di parolacce, e non è bello. Purtroppo però, ogni tanto durante la giornata devo riposare la gamba, ed è inevitabile: accendo la TV. Così stamane, mi sono soffermata su Sky TG 24 su 24 G 8. Ho appreso per bocca di un pezzo grossissimo della protezione civile, quali saranno i benefici che questa ignobile e costosa farsa porteranno alla città de L’Aquila: tre giorni di attenzione mediatica e pubblicità gratuita.
È probabile che con le nuove riforme, in Italia si sia cambiato per decreto anche il significato del termine gratis. La realtà è che dei costi reali di questa operazione mediatica, di questa farsa propagandistica, noi non sapremo mai nulla, salvo qualche indagine postuma che svelerà, finalmente, chi si è intascato le centinaia di milioni di euro per mettere le mani prima alla Maddalena, e poi in un piccolo paesino dell’Abruzzo.
Quel che è sicuro, per ora, è che i grandi della terra mangiano parecchio, visto che alternano “colazioni” e pranzi di lavoro, per discutere sulla fame altrui, per impegnarsi formalmente a donare aiuti e danari che non scuciranno mai. È certo che in Italia affermare che i grandi della terra pranzano insieme per discutere di energie rinnovabili è una minchiata stratosferica, dal momento che per le illuminate menti italiote, il nuovo e il futuro sta racchiuso nell’energia nucleare da produrre con tecnologie che, se e quando approntate, saranno già vecchie. L’Italia che parla del clima, dopo la pericolosissima operazione spazzatura a Napoli, orchestrata dal venditore di aspirapolvere, e attuata dall’onnipresente bertolaso, che ha fatto sparire i rifiuti per far riapparire i liquami sulle strade di Chiaiano dopo un semplice allagamento, è una minchiata ancor più grande.
In fondo, siamo il paese che ha ascoltato senza rabbrividire le parole del palazzinaro di Arcore, che dinnanzi ai crateri del terremoto, ha detto orgoglioso: “è il cantiere più grande del mondo” (e qua ci sta benissimo un : Che culo!) Probabilmente quindi, l’unica verità che resterà scritta su questo G8 è la prima dichiarazione che ho trascritto: “una grande vetrina mediatica”. Peccato però che a beneficiarne non sarà il terzo o quarto mondo, e nemmeno l’Abruzzo, ma sempre e solo quel tizio un po’ strano, che ogni volta che vede l’obiettivo di un fotografo, assume la posizione di Carla Fracci, apparendo ancora più strambo di quel che è (fateci caso, basta guardare le zampe dei pantaloni).
E come si usa dire, chiudo con una nota di colore: il giallo. “Ecco che viene consegnato alla signora Merkel un mazzo di margherite gialle.” IMBECILLE! Erano girasoli.
giovedì 9 luglio 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
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