Ma anche a Melfi si sale sui tetti ... (di Rita Pani)
C’è un bel titolo su un giornale on line: “La polemica sulle Frecce Tricolori divide anche i giornali del premier.” Leggerlo così non fa nessun effetto, e si palesa l’avvenuta normalizzazione. Non fa più specie, vedersi sbattere in faccia, per l’ennesima volta, che la stampa di regime è di proprietà dell’aspirante dittatore. È fatto notorio e assunto come “normale” da un’opinione pubblica concentrata sulla distrazione; smemorata.
In effetti anche ieri girava una notizia interessante: corona rischia il linciaggio per essere arrivato tardi a uno spettacolo. Il video risulta essere il più cliccato del giornale che lo ha pubblicato. Nessun appunto, di nessun articolista, sull’abominio mentale che può portare un italiota a pagare soldi veri per vedere un essere amorfo, assunto agli onori delle cronache per essere stato un ricattatore nemmeno tanto abile.
La notizia di oggi, quindi potrebbe essere la disputa a distanza tra la figlia legittima del maniaco sessuale del consiglio, e la ragazzina adescata a Napoli quando ancora era minorenne. Una troia in erba che oggi rientra “per titoli” nel borsino dei fotografi di gossip con alte quotazioni. La notizia è che ha vinto una sorta di premio come “talento del futuro”. In effetti ho molti amici maschi, che a volte scordano il mio essere donna, e parlano liberi. Molti di loro mi hanno detto che sì, la ragazza giovane può interessare, ma la donna è donna solo dopo una certa età. E allora ben venga il premio alla troietta.Il talento, in fondo, non basta; conta anche l’esperienza, e per fare la ministra devi avere almeno una trentina d’anni. Magari prenderà il posto di bondi.
Ma ho scritto potrebbe, perché le notizie di oggi, in questa fine di Agosto torrido e lungo (almeno per me) la notizia la fanno gli operai della Lasme di Melfi, che hanno occupato i tetti, in vista dei licenziamenti che manderanno a casa altri 174 operai in Basilicata, regione del profondo sud ricordata più per le sue ferrovie disastrate, per la povertà e per i vari tentativi di stupro subiti dal suo territorio, per mano delle ricche aziende del nord, che da sempre hanno cercato di sfruttare ogni risorsa che la natura poteva offrire, arrivando persino a violentare il Parco del Pollino. Un po’ lo stesso sistema usato dai petrolieri in Africa. Ma tanto quando si parla del sud Italia, si utilizza più o meno lo stesso linguaggio che si utilizza per parlare dell’Africa, e anche questa pratica non sembra procurare alcun imbarazzo nelle coscienze italiote, votate alla distrazione.
L’unica soddisfazione che provo oggi mi è data dalla piccolissima speranza di rivedere
martedì 25 agosto 2009
venerdì 25 dicembre 2009
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