mercoledì 23 dicembre 2009

Ma che avete da applaudire?

Ma che avete da applaudire? (di Rita Pani)

Ogni volta che la signora Veronica scrive ad un’agenzia stampa o a un giornale per lanciare avvertimenti al marito, è tutto un sollevarsi di mani plaudenti, come se fosse l’inizio della rivoluzione. A me, dà il voltastomaco. Parla di donne, in genere, e cerca a suo modo di difenderle.
Sono una donna, e francamente l’ultima persona che vorrei al mio fianco, paladina, sarebbe proprio lei.
Chi o cosa impedisce, se non i patti stretti a suon di danari o compromessi firmati davanti ai notai, alla signora Veronica di andare da un avvocato divorzista e mettere quel tizio che ha sposato, fuori da una delle sue case, in mutande e in ginocchio? Certo, immagino che se finalmente un giornalista glielo chiedesse, potrebbe rispondere: l’amore per il focolare domestico, per i figli, per le convenzioni, per quel “fino a che morte non ci separi.” Poi qualcuno con l’anello al naso potrebbe anche crederci.
La verità è che a me queste lettere biennali, sembrano sempre più il metodo più rapido per strizzare le palle al marito. Irrispettose – queste sì – di quelle donne obbligate a dividere la vita con mariti mostri, amanti aguzzini, o semplicemente persone alle quali non possono dire: “Basta, finisce qui,” perché da un giorno all’altro non avrebbero più nulla, nemmeno per sostentarsi, e quindi sopportano, morendo piano ogni giorno.
Avrei più simpatia per la signora Veronica, se la smettesse di “esplodere” sui giornali, e magari esplodesse spaccando in testa a quel coso pieno di soldi che ha sposato dopo esserne stata svariati anni l’amante, un vaso da 100 mila euro che sicuramente ha in casa, o se esplodesse indossando degli anfibi per prenderlo a calci sulle palle.
Le esplosioni da Novella 2000, a mio parere, servono solo ad aumentare il suo prezzo. E mi rivolta.

mercoledì 29 aprile 2009

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