Non avrai altro Dio all'infuori di me (di Rita Pani)
Sto vedendo le foto trofeo dei vigili urbani di Parma, quelle che mostrano il bianco accanto al negro appena pestato. Dicono che sia nella natura dell’uomo; ho visto uomini (o presunti tali) posare poggiando un piede su un’antilope, o un ghepardo, col pesce in mano, o col cinghiale morto sul cofano della macchina.
Ho letto la storia scritta da Alex Haley, più di una volta, e scorrendo le pagine del libro sentivo il frusciare delle siepi, mentre la nera preda scappava. Il tintinnare delle catene. Le catene di Kunta Kinte. Vi erano descritti quei viaggi nelle navi dei negrieri, dove le anime delle persone prigioniere se ne andavano scappando via dalla bocca, nel vomito.
Ero ragazzina quando leggevo quelle storie, e mi vergognavo profondamente, e mi sentivo quasi immune da tanta malvagità. Le navi erano quelle che più mi davano il senso della sicurezza: quelle descritte erano spinte dalle vele, gli schiavisti erano vestiti in modo buffo. Tutto era così arcaico rispetto al mondo nostro, che pensavo davvero che mai una cosa del genere non sarebbe mai più capitata.
In effetti non capita più, almeno così. Perché siamo evoluti, perché la scienza ha dettato il passo del progresso, perché abbiamo le navi veloci e da crociera, gli aerei, e i computer. Abbiamo pastiglie per inturgidire il pene dell’uomo, per non farci mangiare, o per far crescere i nostri figli, persino per tenere lucido il pelo del cane.
Siamo così evoluti da aver divido il mondo in tre, persino in quattro così da risparmiare persino nell’approvvigionamento di schiavi. Non c’è bisogno di andare a prenderli, loro arrivano volontariamente, e noi possiamo dargli la caccia a casa nostra. Non dobbiamo comprarli al mercato, si vendono loro.
Sto vedendo quelle foto, ma non c’era bisogno di guardarle, bastava ancora leggere le accuse della lega al Cardinale Tettamanzi, uno dei pochi uomini di chiesa che meritano il mio rispetto, per comprendere che ci sono persone che probabilmente hanno ancora le navi a vela, ma non potrebbero fare a meno della pastiglia per far indurire il pene. Gente così infame e vigliacca da farsi scudo con Dio.
Ho letto di borghezio che cita il catechismo: “non avrai altro Dio all’infuori di me”. Bisognerebbe dire a borghezio che non si deve nemmeno nominare Dio invano.
L’unica cosa di cui forse potrei essere grata a quel tale, è di avermi dimostrato ancora una volta che Dio non esiste, perché se fosse esistito, lo avrebbe già folgorato con un fulmine divino.
venerdì 16 gennaio 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento