mercoledì 23 dicembre 2009

Nuculare, si dice.

Nuculare, si dice. (di Rita Pani)

Per fortuna siamo in Italia, e quando in Italia si parla di energia, si sa, non è mai una cosa seria. Tuttavia è meglio stare allerta perché il senato ha dato il nuovo via al nucleare, nonostante il referendum del 1987, ma soprattutto perché come al solito, quando questo governo persegue qualche obiettivo criminale, si avvale del segreto di stato.

Dicevo che per fortuna in Italia il settore dell’energia non è mai stata una cosa seria, ma una fonte di facile speculazione e ladrocinio, dove i soldi si perdono nelle progettazioni, nell’acquisto delle aree di proprietà degli amici degli amici, nelle consulenze per la fattibilità, negli studi, per poi fermarsi all’atto del VIA (valutazione d’impatto ambientale) ed esser pian piano relegate all’oblio, senza che mai nessuno si chieda dove sono andati a finire i milioni stanziati.

Che ricorrere al nucleare nel 2009 sia una bestemmia, nemmeno ve lo rammento, come nemmeno vi rammento che in Italia esistono ancora le vecchie centrali nucleari da smantellare, le aree da bonificare e rimettere in sicurezza, e le scorie da smaltire, ricoperte da cemento crepato, o peggio in barili arrugginiti stoccati in capannoni a dieci metri da casa vostra. Inutile anche ricordare a chi preferisce pensare che il passato non sia mai esistito, che il problema dello smaltimento delle scorie radioattive, in Italia, non è mai stato davvero preso in considerazione. Tutti i governi che si sono succeduti hanno preferito ignorarlo, lasciandolo in eredità a quello successivo, così ormai da una quarantina d’anni. Non voglio entrare nemmeno nel discorso del grande spreco e fallimento economico che ha la politica nucleare, è facile in Rete reperire ampia documentazione.

Sardegna, Puglia e Piemonte, queste le regioni che si aggiudicheranno l’ambito premio. Penso a Capo Comino visto dal mare, e ai torrioni di una centrale, o Pula. Ma anche la costa di Ostuni, in Puglia, che ho la fortuna di conoscere. Provo a immaginare, e penso che per evitare lo scempio, persino una “guerra” avrebbe senso.

Perché? Perché siamo in Italia, e c’è sicuramente chi è abbastanza stupido da dire: “ma il nucleare di oggi è diverso, e pulito!” Stupido come colui che crede, senza sapere, che l’Italia sia davvero l’unico paese europeo in cui un “semplice” termovalorizzatore, sia inquinante quanto il traffico di una città nemmeno troppo grande. Idiota al punto di non aver curiosità di sapere che, mentre in Germania un termovalorizzatore brucia rifiuti rigidamente selezionati, e ogni termovalorizzatore sia sottoposto a innumerevoli controlli quotidiani dell’emissioni di fumi, in Italia, ogni termovalorizzatore ricerca emissioni di diossina, solo tre volte all’anno, e di solito sempre nei momenti più favorevoli alle ridotte emissioni. Per questo, a volte capita, che i carabinieri del NOE vadano a prendere interi staff dirigenziali, come capitato relativamente da poco a Terni, dove il poco inquinante termovalorizzatore bruciava rifiuti tossici e nocivi.

Provate solo a pensare cosa potrebbe accadere in una centrale nucleare italiana, costruita magari dall’ IMPREGILO, che vanta il merito della gestione dei rifiuti napoletani, della costruzione e gestione degli inceneritori napoletani, dell’ospedale dell’Aquila, e di tutte le porcate che sicuramente mi sfuggono.

Morire di leucemia sicura, far nascere bambini deformati o morire in “guerra” per evitare questo? Io non ho dubbi su quello che farei.

mercoledì 13 maggio 2009

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