Eroi per la democrazia. (di Rita Pani)
Questo è un post preventivo. Perché tanto ci diranno di questi nuovi eroi, morti per a democrazia e per la libertà. Anziché dire basta, e riportare le migliaia di soldati in Italia, ancora una volta proveranno a svincolarsi dall’articolo 11 della Costituzione Italiana (L’Italia ripudia la guerra) e chiederanno più libertà. Libertà d’offendere e non di difendere; vorranno essere autorizzati alla vendetta.
Con i nuovi eroi appena proclamati, sarà facile far bere l’amaro calice all’italiano commosso e offeso da tanta barbarie ricevuta. L’italiano è brava gente, che nelle guerre costruisce strade e scuole, dona matite colorate e caramelle ai bambini, esporta tutta la democrazia che avanza in questo paese.
Mi dispiace ma non è così, e non lo è fin dal suo inizio. L’Italia è stata e resta invischiata in una guerra di occupazione, per motivi prettamente economici ed energetici. La guerra in Afghanistan è la classica guerra per gli idrocarburi, per i gasdotti e persino per i papaveri. Lo si deve dire per rispetto a chi muore per tutelare l’interesse privato di pochi.
Questa è una guerra che nasce ben prima del famigerato 11 settembre. Gli americani avevano ben prima iniziato a minacciare guerra contro i Talebani. Qualche giornale riuscì persino a scrivere dei piani bellici preparati per un eventuale attacco all’Afghanistan, e degli interessi privati dell’allora vice presidente americano Dick Cheney, che con la sua industria petrolifera Halliburton fu primo beneficiario delle risorse petrolifere irachene. In seguito alla tragedia dell’ 11 settembre, e alla conta delle migliaia di morti innocenti, la notizia che l’America aveva deciso di attaccare l’Afghanistan già in Ottobre passò quasi inosservata (The Guardian) ed anzi, Bush vantò l’efficienza del suo esercito, che a suo dire in meno di tre settimane fu pronto a colpire.
Il resto lo sappiamo già, di prove false e torture, di armi non convenzionali e porcate. Ma per far digerire la nuova ondata di eroi è meglio continuare a fare finta che si tratti di burqua e di libertà, di rasoi da barba e democrazia.
giovedì 17 settembre 2009
sabato 26 dicembre 2009
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