Il peggio è passato. (di Rita Pani)
Ma siccome io sono malfidata di natura, preferisco pensare che è impossibile, perché al peggio non c’è mai fine.
A L’Aquila il peggio arriverà, lo dice il sindaco e provano a dirlo i terremotati ormai segregati nei campi profughi militarizzati, dove vengono osservate dalle camionette militari le adunate sediziose di profughi che discutono di argomenti politici, http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/cronaca/sisma-aquila-11/sisma-aquila-11/sisma-aquila-11.html dove si invita la popolazione a ricorrere alla ricostruzione sul modello Ikea, fai da te, perché appare ormai chiaro a tutti gli aquilani, e ai cittadini italiani ancora normoreagenti, che la favola della ricostruzione non finirà con “e vissero tutti felici e contenti”, ma resterà col finale sospeso non appena si spegneranno le telecamere accese sul futuro G8.
Il peggio non è passato per la crisi economica, ma anzi deve ancora venire. E galoppa, inducendo al suicidio sempre più persone. È un argomento che potrebbe rientrare nella lista delle cose da non dire, come i morti sul lavoro, o come la povertà che ormai coinvolge la metà di questo paese assurdo, fatto di gente capace di guardare il dito che indica la luna. Eppure basterebbe sedersi in un angolo della piazza di un mercato, quando si smontano le bancarelle ed iniziano ad arrivare i vecchi o le donne, a raccogliere ciò che i venditori ambulanti hanno gettato via come scarti.
Io la vedo così, e spero tanto di sbagliarmi: il peggio sta arrivando. Ormai è chiaro, almeno a me, l’intento di questo governo: tornare all’epoca del film “Volevo i colonnelli.” Non è gente che pensa e non è gente con ideali, se non quello fascista ma peggiorato anche questo. La malattia del premier, in fondo solo un volgare miserabile, fa gioco alle altre forze politiche di governo che fasciste lo sono davvero. Il suo fare, e la stampa o di regime o attenta solo al titolo che fa vendere di più, andrà ogni giorno di più ad innescare la miccia dello scontro sociale, che porterà alla guerriglia urbana, e l’esercito è già là, sempre pronto dove si immagina possa servire intervenire. Una manifestazione di studenti, un campo per profughi terremotati, e presto, molto presto se la truffa della FIAT andrà avanti, davanti alle fabbriche che chiuderanno. L’uomo del trucco andrà via sul suo aereo, con i suoi servi e la sua corte, con i suoi danari, a finire la vita bella che si è costruito con certosino lavoro di malaffare e ladrocinio. Donnette e champagne. A noi resterà il fascismo quello vero, quello che certamente la buona acqua di Fiuggi non è riuscita a lavar via da chi fascista ci è nato e fascista morirà. E chi conosce la storia recente di questo povero paese che dalla storia non ha voluto imparare, non potrà fare a meno di tornare indietro con la memoria, e ripensare al golpe borghese. Ma d’altronde, se avessi un euro per ogni volta che in tempi non sospetti ho cercato di evidenziare le analogie del Piano di Rinascita Democratica della Loggia P2, ora saprei come pagare la bolletta del gas.
E che tristezza! Lo sapevamo tutti, lo sapeva la sinistra che ancora esisteva, ma nessuno si è imposto perché questo non accadesse. Sarà così anche questa volta.
venerdì 22 maggio 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
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