Normale cronaca italiana (di Rita Pani)
Una normale giornata italiana, nemmeno tanto calda dopo l’esplosione della bolla africana. Inizia con la lettura dei giornali, e subito si spera che quella sia l’unica famiglia napoletana poco numerosa. Hanno parlato nell’ordine la madre, il padre, la zia, l’ex fidanzato e per amore, solo per amore, un piccolo ruolo è stato ritagliato anche per il figlio morto. Domani mattina non mancheranno le dichiarazioni dei cugini, fino al quinto grado di parentela, e della signora del piano di sopra, che testimonierà come mai, nemmeno una volta, abbia sentito uno strano odore nell’ascensore dopo che ne era uscita la baby del papi.
Meglio non distrarsi in questo periodo di elezioni, e quindi rilanciamo la telenovela facendo finta che ogni giorno ci sia una novità. E chi se ne frega se mai nella vita ci è passato per la mente di comprare un giornale di quelli specializzati in pettegolezzi? Ormai non c’è più tanta differenza. La politica della televisione ha vinto. Ammettiamolo.
Quindi non è successo nulla, perché il presidente del milan ha giurato che nulla di piccante è accaduto tra lui e il gregge di donnette aviotrasportate a casa sua, per i festeggiamenti di capodanno. E tanto meno avrebbe potuto accadere con una minorenne.
Però di lavoro si muore. La povertà incalza, i vigili del fuoco protestano a L’Aquila, l’immondizia marcisce negli angoli di strada intorno a Napoli, è già stata aperta un inchiesta ad Acerra, il capo del governo insulta la magistratura, poi insulta chi lo contesta. Il ministro fisicamente più orripilante del mondo insulta la polizia, minaccia di chiudere l’Antimafia (sputando così sui cadaveri dei pochi eroi veri di questo triste paese che poi, magari, andrà a commemorare) la celere minaccia di scioperare perché da un paio di mesi non vengono retribuiti gli straordinari, il ministro per la scuola privata risponde alla preoccupazione dei presidi restati senza soldi grazie ai tagli, che se non sanno arrangiarsi sono incapaci. I viadotti costruiti dalla mafia continuano a franare, in Sardegna si iniziano a privatizzare le spiagge … e chi più ne ha più ne metta, tanto ogni giorno è un nuovo giorno per questo ridicolo paese da quarto mondo.
Un consiglio, se posso … andate ai seggi. Non vi dico di votare (ho anche io, ancora, qualche perplessità) ma annullate la scheda. Non lasciate le schede non votate in mano a questa banda di lestofanti. Se non vi va di votare, scriveteci tutte le parolacce che conoscete, in modo che inequivocabilmente nessuno possa impossessarsi del vostro voto.
giovedì 28 maggio 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
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