mercoledì 23 dicembre 2009

Riaperto il centro storico de L'Aquila.

Riaperto il centro storico de L'Aquila. (di Rita Pani)

Bastano duecento metri di percorso nel centro storico de L’Aquila, per stupire il mondo. Sembra così, lo ha detto l’alter ego del vizioso del consiglio. A sentire i telegiornali di regime, in vero, si comprendeva quasi che in tempo di record, il centro storico della città abruzzese fosse tornata al suo antico splendore, e non invece quel che è. Un rattoppo fatto in fretta e furia, per poter essere usato come esposizione del dolore (altrui) e la potenza (loro) in occasione del G8. Nelle immagini televisive ho scorto persino le immancabili fioriere al ciglio della strada.

Ma noi siamo l’Italia, già abituata alle ordinanze che proibivano di stendere le mutande ad asciugare fuori dai balconi, in modo da non offendere la suscettibilità dei capi di stato mondiali, che avrebbero transitato sotto i palazzi ricoperti da teloni dipinti. Lo so, poi i capi di governo esteri vengono in Italia e ci mostrano la loro minchia, ma questo è un altro discorso.

Ma oggi è arrivata l’estate, ed è anomala, come tutto del resto. Piove, fa freddo, ci sono stati morti e dispersi un po’ in tutta Italia. All’Aquila, il telegiornale ha detto che il cielo “minacciava pioggia”. Mi ricordo nei giorni appena successivi alla tragedia, che persino i meteorologi venivano interpellati ogni ora, per sapere le condizioni del tempo. I vari cronisti in collegamento perenne ci raccontavano il caldo del giorno, il freddo della notte. Avevano il microfono in una mano e il termometro nell’altra. E la pioggia. Anche la pioggia era un fenomeno da raccontare, quando ci mostravano le immagini dei pantani dove a mala pena le tende sembravano reggersi in mezzo al fango
.
Duecento metri di centro storico resi percorribili, e anche la pioggia non c’è più. Potenza del governo.

Ma oggi è arrivata l’estate anche a L’Aquila.

domenica 21 giugno 2009

Nessun commento:

Posta un commento