Visioni (di Rita Pani)
Non sono capace di disegnare. Mi piacerebbe, perché sarebbe più facile descrivere le condizioni di questo paese martoriato. Il disegno che vorrei fare è una strada larga, con le macchine ferme di lato, e una folla di gente curva, con gli abiti laceri che cammina; persa.
L’Italia è il vecchietto che fa un’ora di fila alla posta, e una volta giunto allo sportello si fa fare un estratto conto, ringrazia e si volta. Poi con quello strano sguardo buffo, dietro gli occhiali spessi che sembra Mister Magoo, mi guarda da vicino, mi riconosce e mi dice: “Ogni tanto vengo a controllare che ci siano ancora, sa? Sono i soldi per il mio funerale.”
Il martedì pomeriggio la Caritas apre le porte, e ogni martedì la fila è sempre più lunga. Sul piazzale della chiesa i bambini giocano sotto la pioggia e aspettano il furgone dei generi alimentari. Quando arriva, la folla si ordina, senza numero come in salumeria, ma solo con la memoria di coloro che attendevano da prima. I bambini corrono a prendere la mano della loro madre. Ogni volta che passo non posso fare a meno di chiedermi quando toccherà a me. Ogni volta mi chiedo come sarà: “guarderò a terra o riuscirò persino a sorridere, come ho visto fare?”
Questione di responsabilità: ieri il governo, dopo le polemiche del basso prezzo degli onorevoli pasti, ha deciso di continuare a pagare quanto si pagava prima, e di dare la differenza in beneficienza. Lodevole, davvero. Tanto di cappello. Ma qualcuno si è chiesto quanto è il 20% in più di un euro e cinquanta?
Demagogia. Lo so. Peggio, ideologia. Mi accusano in molti di non poter prescindere dalla mia ideologia. Io imperterrita rispondo: “per fortuna!” Il governo risponde alle emergenze del paese, che non sono quelle fin qui narrate. L’emergenza, si sa, è il rumeno. Violentano le nostre donne, e ci vogliono le ronde. A Napoli l’emergenza è la pedofilia, e ci vogliono le ronde. Come diceva Johnny Stecchino? “Il problema di Palermo è il traffico.”
Per fortuna in uno stato fascista due cose sono certe: i treni arrivano in orario, e la polizia è efficiente, così lo stupro di San Valentino è stato risolto, i rumeni sono stati braccati e arrestati. Il giorno dopo l’efficienza statale è stata urlata a gran voce dai giornali e dai telegiornali: “Confessa uno dei due rumeni accusati dello stupro.” E se uno confessa, non ci sono dubbi: è colpevole. Ora il DNA scagiona entrambi gli stupratori, e allora ci si chiede: “Perché mai un uomo confessa un reato tanto ignobile pur essendo innocente:
è un mitomane
vuole procurarsi vitto e alloggio gratuito
è stato massacrato dalla polizia.
No. La quarta che non ho detto: copre qualcuno.
mercoledì 4 marzo 2009
mercoledì 23 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento