Il paese dei fatti (di Rita Pani)
"Se mostri un po' di coscia, si alza l'auditelle... Se muovi il mandolino, si alza l'auditelle... Se abbassi la mutanda, si alza l'auditelle... Si alza, si alza, si alza, si alza..." Filmato
Francesca Pascale, curriculum: fondatrice del club "silvio ci manchi", foto mentre scende dall'aereo a Olbia diretta a Villa Certosa, consigliera provinciale a Napoli per il Pdl e un bello stipendio come addetta stampa del sottosegretario Francesco Giro al ministero dei Beni Culturali.
Dicono in Inghilterra che la politica del maniaco sessuale del consiglio, sia una politica basata sullo scambio di favori con sesso, ma sappiamo quanto la stampa inglese sia controllata dai comunisti, e quindi, lasciamo perdere.
In effetti certi giornali europei raccontano anche le vicende di un maniaco sessuale, uso allo stalking del giorno dopo, ma per sapere tutto questo, dovremo attendere che sia pronto il libro della puttana, (scusate, escort) che grazie al suo curriculum ricchissimo, sebbene l’avessero declassata da parlamentare europea a semplice candidata al comune di Bari (credo), ha trovato finalmente il modo di campare.
È un bene che questo sia il governo del fare. Mai nella vita avevo sentito così tanti ministri e parlamentari,, parlare di meritocrazia. Dalla scuola ai ministeri, dalle poste agli enti di stato, non si fa carriera se non la si merita. Il governo dei fatti.
Fatti lo sembrano veramente, ogni volta che parlano, dal tizio che vuole ritoccare l’articolo 11 della costituzione a quello che vorrebbe tapparci la bocca. Dalla tizia che ha devastato con la randellata finale il sistema scolastico italiano, a quel tale razzista che regolamenta la caccia al negro. Dai tagli alle fondazioni che si occupano di arte e cultura, all’aumento dei finanziamenti per la fondazione craxi. Dal ritocco al ribasso delle leggi sulla sicurezza del lavoro, alle gabbie salariali (e per fortuna che oggi Bankitalia ci spiega come di fatto esistano già, con i salari del sud inferiori del 15, 20 % rispetto a quelli del nord).
Scrivo libri, lo sapete, e non sono poi così male. Voglio dire, sono libri veri, scritti bene (mi dicono i lettori), che dicono qualcosa. Scrivo probabilmente perché non ho ancora perso la curiosità di imparare dalla vita che mi circonda. Scrivo perché osservo. Ogni giorno che passa, però, anche solo per un attimo mi fermo a pensare che non serve a molto, perché i limiti ci sono e le difficoltà mi sembrano insormontabili.
Ecco, io ora pensavo alla speranza di sapere che domani, uno di voi, uno di coloro che ha consentito col suo voto, di far arrivare l’Italia a questo punto di non ritorno, che l’ha fatta sprofondare in questo baratro di inciviltà dalla quale sembra impossibile riemergere, magari stando seduto sul cesso, si dica: Ma che cazzo ho fatto? Che ne sarà della vita dei miei figli?
Questo è il tormento che vi auguro. Vi auguro che un giorno vostra figlia torni a casa cantando “mi abbasso la mutanda”, e che vostro figlio si formi leggendo i libri della puttana.
martedì 11 agosto 2009
giovedì 24 dicembre 2009
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