mercoledì 23 dicembre 2009

Il predemente del consiglio

Il predemente del consiglio (di Rita Pani)

Giusto ieri l’Espresso ci ricordava il patema d’animo del debosciato del consiglio, durante la crisi Russia Georgia . Giusto ieri, l’erotomane del consiglio, con l’intelligenza istituzionale che lo contraddistingue, intimava all’Italia e al mondo intero di tappare la bocca a tutti coloro che si ostinano a parlare della crisi economica, facendo infuriare tutti gli organi d’informazione (quelli seri) esteri, e persino i capi degli organismi finanziari mondiali.

Oggi il predemente del consiglio va a tenere banco a Corfù. I giornali italiani ci tengono a sottolineare come esso sia l’unico capo di stato presente (sì, sì … è il capo dello stato) e cercano di attribuirgli il ruolo di pacificatore internazionale, decantando le sue ottime relazioni con l’ex Bush e con l’ex Putin che tanto bene fecero alla pace nel mondo.

Noi, attenti osservatori di questo patetico Zelig aspettavamo con ansia le sue illuminate dichiarazioni da grande statista, e in preda a una delle sue mirabolanti trasformazioni non ci ha fatto attendere: “Per fortuna quella volta mandai a Mosca da Medvedev il buon Nicolas Sarkozy, che era il mio avvocato tanti anni fa. Io restai a lungo al telefono con Putin per ricomporre le cose, altrimenti il divorzio che sarebbe venuto fuori sarebbe stato difficilmente ricomponibile" Insomma è riuscito a ricordare al mondo che persino il Presidente della Francia è stato sul suo libro paga, e peggio, ne ha dipinto le doti di ragazzo delle commissioni, tutto in un colpo solo. Che ci volete fare, quando uno è uno statista è uno statista e non c’è nulla da fare.

La stampa internazionale oggi vocifera sulle possibili dimissioni del vostro premier truccatissimo. Io sono scettica. Ho più il sospetto che prima o poi lo vedremo uscire da Palazzo Grazioli a bordo di un’ambulanza, mentre grida: “Il mondo è mio!”

sabato 27 giugno 2009

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