mercoledì 23 dicembre 2009

Razzisti per legge

Razzisti per legge (di Rita Pani)

Ma che bello! L’Italia approva le leggi razziali nel 2009, una sessantina d’anni dopo la seconda guerra mondiale, dopo il ventennio fascista, dopo l’olocausto. Dicono che a noi dei fatti privati suoi e del suo pisello moscio, non ci debba interessare. E così, il dieci per cento scarso della lega, tiene in mano il parlamento. Dicono che cadrà, il presidente del Milan, investito da una escort. Lo dicono tutti, lo dice anche la stampa estera. Invece è proprio l’approvazione delle leggi razziali, e il metodo usato per la sua approvazione, che meglio di altre cose spiega come, il debosciato del consiglio, resterà esattamente dov’è.

In politica il compromesso è sempre esistito, da sempre si armeggiava sotto banco per un accordo, per l’intesa su una legge, su una nuova tassa. Ai puri non è mai piaciuto, ma bene o male quei signori che armeggiavano sotto banco includevano nel novero delle trattative anche noi. Noi inteso come popolo. Oggi la pratica è la stessa, ma sono le merci da barattare ad essere diverse: “Va bene, ti sei fatto le leggi che ti hanno reso intoccabile, noi le abbiamo votate e quindi tu ci darai in cambio … O meglio, ora che sei intoccabile, e così maniaco da farti persino beccare con e minorenni, con le puttane, ad abusare del tuo ufficio, a oltraggiare la costituzione, ad insultare un’intera popolazione … se vuoi restare dove sei e mantenere la tua immunità, ci darai le ronde naziste, le ronde padane, le ronde razziste, i respingimenti, i campi di concentramento.”

Che ci importa a noi della sua dissolutezza? L’importante è che lavori per noi. L’importante è. Ma io mi domando se la gente abbia davvero percezione di cosa sia importante in questo paese in caduta libera. La gente guarda le immagini, non ascolta e non legge le parole. Il pervertito del consiglio, l’altro giorno, non si è limitato a chiedere a un gruppetto di operai scelti e non belligeranti, se fossero gay, ma è stato orgoglioso del fatto di trovarsi nel più grande “cantiere del mondo”. Viva l’opera faraonica che tanto lustro dà al’imperatore! Nessuno che abbia provato un brivido? Fa per noi. E fa tanto anche in Abruzzo. Lo dice il decreto approvato solo due giorni dopo le elezioni europee, quello per intenderci che regolamenta la sospensione dell’IRPEF, che a partire da ieri (e non dieci anni dopo il terremoto, come avvenne in Umbria) i cittadini abruzzesi hanno iniziato a restituire; non a copertura del 40% come stabilito con decreto da Prodi per l’Umbria, ma al 100%.

Beato lui che tromba alla sua età! E chi se ne frega? A noi cosa interessa? Tanto ha tolto l’immondizia da Napoli, e l’ha imboscata un po’ qua e un po’ là. Fino al giorno in cui un deposito si è allagato e i liquami sono scesi, con i ruscelli in piena fino a Chiaiano. È tutta merda giù in città, canterà forse Apicella, sceso dal volo di stato, sorvegliato dal servizio segreto, per recarsi nella dimora abusivamente allargata con decreto di messa in sicurezza?

Lui tromba, e noi siamo invidiosi. È così che la pensano (oddio, pensare è una parola grossa) i suoi sudditi. Non hanno gli strumenti, purtroppo, per guardare alla legge razziale approvata in Italia, per volontà (e ricatto) della Lega, e pensare che dopo aver portato in parlamento i suoi avvocati, i suoi medici, i suoi stregoni, la cartomante, il pedicure, la chirurga estetica, le sue amanti, domani avrebbe potuto portarci anche le sue puttane. Non hanno gli strumenti per comprendere che in parlamento di fanno le leggi che regolamentano le nostre esistenze, e disgraziatamente anche le esistenze delle minoranze.

Attendiamo quindi, perché sono certa che non hanno ancora finito.

giovedì 2 luglio 2009

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